Almaviva, Regione si assuma la responsabilità degli oltre 400 lavoratori siciliani abbandonati dal Governo Meloni
Qualche settimana fa, ho ricevuto la risposta ad una interrogazione da me depositata per sapere dal Governo regionale quali fossero le azioni che intendevano intraprendere a tutela dei lavoratori di Almaviva Contact.
La risposta consiste essenzialmente in due punti:
- cassa integrazione fino a settembre, estendibile a certe condizioni fino a dicembre 2024;
- percorso con ANPAL “attraverso un’opera di valutazione della capacità di assorbimento del territorio regionale ed una eventuale riqualificazione dei lavoratori in modo da renderli maggiormente rispondenti alle richieste del mercato del lavoro locale”.
Interessante la frase di chiusura della risposta all’interrogazione: “Il Governo regionale sarà presente nei diversi tavoli a garanzia e, per quanto possibile, a tutela dei suddetti lavoratori”.
Il Governo Schifani omette tutta la sua responsabilità politica nel non aver ottenuto quanto dovuto da Roma. Il Governo Meloni (e l’intero centrodestra) ha prima inattuato e poi sconfessato la norma e il percorso che erano stati concordati per attivare un nuovo servizio “1500” che avrebbe garantito una parziale soluzione del problema occupazionale. La promessa è passata dalle “diverse centinaia di posti di lavoro” propagandata a marzo-aprile 2023, per poi passare “al centinaio di lavoratori” di settembre, a “qualche decina” di ottobre, per poi giungere ad ammettere che il servizio 1500 non sarebbe ripartito e che dunque non sarebbe stata assunta alcuna persona.
Il fallimento è stato certificato dagli stessi rappresentanti del centrodestra con l’Assessore regionale Tamajo che a fine dicembre ha dichiarato: “Credo che a Roma abbiano abbandonato i lavoratori Almaviva”.
Adesso però ci sono 415 lavoratori (ex) Almaviva in Sicilia che non hanno alcuna prospettiva, a parte qualcuno che, a seguito dell’art. 5 della l.r. 3/2024, potrà rientrare nel bacino ex ASU/LSU.
Ho ribadito in ARS la richiesta di convocazione di un’audizione del Governo regionale.
Bisogna fare chiarezza su un unico punto: il Governo regionale vuole creare, mediante una commessa o una norma (come successo in passato), uno sbocco occupazionale certo per queste persone?
Credo che ai lavoratori bisogna fornire una chiara risposta, positiva o negativa che sia, dopo anni di prese in giro. Non vorrei assistere ad una “melina” di promesse sussurrate fino alle elezioni europee. Il Governo regionale si assuma le proprie responsabilità, anche alla luce di quello che non ha fatto in questo anno e mezzo in cui non ha ottenuto nulla per i lavoratori.